Il seguente articolo è opera di Mario De Rosa, titolare dell’azienda Vesoi e designer di molti suoi modelli.
La dicotomia della semplciità
di Mario De Rosa
Bruno Munari ha scritto che la semplificazione è segno di intelligenza ed ancora:
Eppure la gente quando si trova di fronte a certe espressioni di semplicità o di essenzialità dice inevitabilmente questo lo so fare anch’io, intendendo di non dare valore alle cose semplici poiché quasi ovvie. In realtà quando la gente dice quella frase intende dire che lo può rifare, altrimenti lo avrebbe già fatto prima.
Bruno Munari, Verbale scritto
Molti progetti del nostro tempo risolvono con semplicità, sottraendo difficoltà e complessività, facilitando la nostra vita di tutti i giorni, aiutando l’intera umanità.
Si pensi al codice binario, certamente il più elementare dei codici e dei sistemi numerici, contrariamente a quello decimale a base dieci, utilizza solo due simboli: lo 0 e l’1 e quindi definito a base 2.
Lo 0 e l’1 formano il bit (acronimo di binary light), la più piccola unità d’informazione che un computer possa elaborare e memorizzare.
Per il computer la programmazione in codice binario significa rispondere alle due posizioni di un circuito elettrico: on/off, acceso/spento. Quindi possiamo di certo asserire che non è certo un caso che il più potente sistema di elaborazione e calcolo messo a punto dagli esseri umani si fondi su una opposizione così estremamente semplice.
La struttura logica del sistema binario ha ispirato la formulazione di modelli di funzionamento del nostro cervello: i neuroni, base del sistema, forniscono risposte di tipo tutto o niente. Una rapida valutazione ci porterebbe ad affermare che le strutture dicotomiche sembrano essere il modo più diretto di agire nel mondo! Qualcuno ha detto che l’ AI (artificial intelligence) i cui studi risalgono già al 1956 è una “quadratura del cervello”; nulla accade nella nostra mente che non sia simulabile in un grande computer.
Giuseppe Longo, studioso delle tecnologie e del loro impatto sulla cultura e sulla società, ha evidenziato che il rapporto fra l’ideologia dell’AI è il tentativo di irregimentare gli elementi più irrequieti e disturbanti nelle moderne società: il corpo ed il genio.
La convinzione che l’attività della mente coincida con l’esecuzione di algoritmi si può interpretare, a suo parere, come un vero e proprio tentativo di controllare la ricchezza irriducibile del corpo (ridotto a mente) e della genialità (ridotta ad intelligenza analitica) quasi come un esorcismo nei confronti della imprevedibilità.
Se così fosse meglio la prudenza di Einstein che invitava a “Semplificare quanto più possibile. Ma non di più”, evitando così l’insidia che si può nascondere dietro ogni tipo di estremizzazione.
Link: http://www.vesoi.com/
Caro Mario, benvenuto e grazie. Il blog si arricchisce della tua sensibilità.