Eccola qui la copertina del secondo libro della collana Le ricette dei designer (del primo già ne avevamo parlato qui), un progetto nato dalla collaborazione tra Ottagono e Gaggenau e dal successo del libro omonimo, vincitore del Premio Bancarella Cucina 2010.
70 sfiziose ricette per antipasti e stuzzichini proposte da altrettanti designers e accompagnate da originali illustrazioni, saranno un’ottima lettura per rilassarvi in vacanza o trovare idee per le vostre cene con amici!
Dopo la ricetta con le verdure ecco la mia proposta di stuzzichini.
A TARALLUCCI E VINO
Umili ed evergreen i taralli sono gli stuzzichini della tradizione più popolari ed apprezzati: preparati originariamente con gli avanzi dell’impasto del pane, divennero un alimento nutriente e goloso da consumare in strada o nelle osterie, insieme a grandi quantità di vino.
I taralli sono protagonisti di molti proverbi e modi di dire: ‘a Tarallucci e Vino’, nella sua eccezione positiva, ha il significato di chiudere una questione in maniera amichevole, quindi quale stuzzichino migliore da offrire per rinsaldare un’amicizia o per una serata informale?
I più famosi sono i tarallucci pugliesi ma io voglio portarvi nel mondo dei taralli napoletani, i cosiddetti ‘nzogna e pepe, più grossi e rustici, preparati con pepe, sugna e mandorle. Il loro carattere nasce proprio da questi ingredienti: le mandorle, che contrastano in una preparazione salata, e la sugna (grasso di maiale), le cui caratteristiche lo rendono insostituibile con altri condimenti.
Essendo un alimento lievitato la sua preparazione è un po’ lunga, ma ne vale sempre la pena. Un suggerimento: una volta preparati teneteli in caldo (o riscaldateli) fino al momento di servirli e gustateli con birra fredda o vino fresco e leggero e tutto finirà ‘a Tarallucci e Vino’!
Ingredienti(per 25 pezzi circa)
610 g di farina | 240 g di sugna | 200 g di mandorle non pelate | 15 g di lievito di birra | Sale | Pepe | Zucchero | Acqua
Preparazione
La sera prima di gustare i vostri taralli preparate un lievitino impastando 160 g di farina con il lievito sciolto in 80 g di acqua tiepida, poi riponete il panetto in una ciotola coperta di pellicola e aspettate che lieviti per almeno 12 ore.
Finita l’attesa impastate il lievitino con 450 g di farina, la sugna, 180 g di acqua, 2 cucchiaini da the di sale, 1 di zucchero e 3 o 4 di pepe. Coprite con un panno e attendete 1 ora.
Staccate dei piccoli pezzi di impasto e ricavatene dei cilindri spessi 1 cm e lunghi 30, piegate in due e attorcigliate a formare una treccia. Create una ciambella e sistematela in una teglia rivestita di carta da forno, poi inserite le mandorle tra gli intrecci (3/4 per tarallo) e attendete ancora 1/2 ora.
E’ il momento di cuocere i vostri taralli: circa 50’ in forno ventilato preriscaldato a 180°.
Vino in abbinamento
Per tradizione questi taralli sono abbinati alla birra ma vi consiglio di provare anche con un Gragnano DOC.
In alternativa
Se i tempi di attesa sono troppo lunghi vi suggerisco di acquistare i taralli da Leopoldo (Via Toledo 8, Napoli) oppure in uno dei tanti chioschetti che si trovano passeggiando sul lungomare di Mergellina.