Conoscete la gioia di tirar fuori da una scatola qualcosa a cui siete tanto legati? Una fotografia che non vedevate da tempo, il ricordo di un viaggio, una candela che profumava i vostri pomeriggi.
Dopo il trasloco, posizionati i mobili, i vestiti e i libri, da un certo piacere rivedere ed “esporre” gli oggetti personali. Credo che si chiamano così proprio perché parlano di noi più di una felpa e di un paio di scarpe. Messi al loro nuovo posto fanno subito sentire “casa” quello che è un luogo che non ha l’odore della tua famiglia.
A molti di questi ho dovuto rinunciare purtroppo*… essendo una casa molto piccola ho dovuto lasciare negli scatoloni la collezione di oggetti di design vintage, il lampadario XYO, l’appendiabiti Hang it all e la mensola dietro il letto (che adoravo).
Per fortuna non ho dovuto rinunciare alla collezione di fotografie, a cui si sono aggiunte quelle degli amici che ci hanno regalato per non farsi dimenticare.
L’ultima arrivata è questa, Sunset in vintage del fotografo Mario Siega, scelta tra tante che mi piacevano nella galleria di quadri canvas e stampe su tela di pixtury.
Sarà per tutti i cambiamenti che sto vivendo, sarà per il senso di indefinito che provo da quando sono qui, sarà che l’immagine parla di un istante, unico e irripetibile ma anche di trasformazione… per tutti questi motivi guardarla mi mette addosso un pò di saudade, un sentimento non necessariamente negativo ma piuttosto una tazza di the bollente, chiudere gli occhi e riuscire a far riposare la mente.
Ecco perché amo il design, perché un oggetto può racchiudere anche una serie infinita di emozioni e, inevitabilmente, questa fotografia sarà il ricordo di come è la mia vita ora per tutti gli anni a venire.
Grazie a Michele pixtury di avermela regalata.
Vi invito a fare un giro sul loro sito dove trovare una collezione di opere di fotografi emergenti spediti con un servizio di qualità, che non è poco.
*Qui parlo di cose futili, ovviamente. Il mio pensiero va ai rifugiati e al NULLA che portano con se quando arrivano sulle nostre coste, se non la loro stessa vita e quella dei familiari più cari.